Montepulciano d’Abruzzo
Categoria prodotto: Vino
Descrizione del prodotto

Il vino ha da sempre un certo peso storico e culturale in Abruzzo, una regione naturalmente vocata alla viticoltura. Da Ovidio a Polibio sono tante e autorevoli le testimonianze della presenza di una tradizione vitivinicola importante.
Tutto il territorio regionale vanta condizioni pedoclimatiche uniche: è incastrato tra mare e montagna, contraddistinto da forti escursioni termiche che, insieme a una buona ventilazione, garantiscono alla vite il microclima ideale per uve di notevole qualità. La forma d’allevamento più diffusa resta quella a pergola (oltre l’80% del vigneto regionale), mentre nei nuovi impianti prevale la forma a filare (cordone speronato, cordone libero, gdc). 

Il vino abruzzese, negli ultimi vent’anni, ha ottenuto notevoli consensi sul mercato nazionale e internazionale, successo al quale hanno contribuito diversi fattori, in particolare la scelta di puntare su vitigni autoctoni come Montepulciano e Trebbiano, seguiti da varietà minori come Passerina, Pecorino e Cococciola.

Il Montepulciano resta il vitigno più diffuso, oltre che riferimento della DOCMontepulciano d’Abruzzo (che include anche la varietà Cerasuolo) e si hanno notizie certe della sua presenza in Abruzzo a partire dalla metà del ‘700 (l’origine dell’uva sembra essere comune alle altre tipologie a bacca nera del meridione, tutte derivanti dalla Grecia). Non ci sono legami di parentela con il Nobile di Montepulciano, vinificato da un’antica selezione clonale del vitigno Sangiovese denominato Prugnolo Gentile.
La confusione sul nome “Montepulciano” deriva dalle prime tecniche viticole ed enologiche evolute importate dalla Toscana. Se ne ha testimonianza storica nella Baronia di Carapelle, tenuta de’ Medici in Abruzzo.
In passato il Montepulciano era coltivato soprattutto nella Valle Peligna, in provincia dell’Aquila e nelle colline interne della provincia di Pescara. Poi dagli anni ‘50 del secolo scorso, ha cominciato a diffondersi su tutta la fascia collinare litoranea.

Caratteristiche del prodotto

Il Montepulciano d’Abruzzo DOC è ottenuto da vigneti ubicati nei terreni collinari o di altopiano. L’altitudine non deve superare i 500 metri sul livello del mare, mentre sono eccezionalmente ammessi i 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno. Si tratta di un vitigno vigoroso e mediamente tardivo (la maturazione si colloca tra la prima e la seconda decade di ottobre), adattabile a vari sistemi di coltivazione.

E’ ottenuto quasi esclusivamente dalle uve del vitigno omonimo, con l’eventuale piccola aggiunta (massimo 15%) di altre uve provenienti da vitigni a bacca rossa presenti sul territorio abruzzese. E’ un vino che evidenzia una certa duttilità, piacevole già a 8-10 mesi dalla vendemmia, ma riesce ad assumere anche una notevole complessità nel tempo grazie alla sua invidiabile attitudine all’invecchiamento. Conserva integra l’intensità di colore, che va dal rubino al granato, i profumi che ricordano la marasca e i piccoli frutti neri, accompagnati da note leggere di spezie e il gusto deciso, lievemente tannico se bevuto giovane, invece avvolgente, vellutato con un finale che richiama la liquirizia e il cioccolato se invecchiato.
La denominazione "Riserva" per il Montepulciano d’Abruzzo DOC è prevista per vini che maturano almeno 2 anni di cui nove in botti di legno.

Il Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo prende il nome dal colore rosa ciliegia che si ottiene dalla breve macerazione a freddo che non supera mai l'arco di una notte; è un vino fresco dai profumi di frutta rossa, particolarmente apprezzato per la sua piacevolezza e la sua buona bevibilità.


Un’altra importante DOC è il
Controguerra. Quest'ultimo, nelle sue diverse versioni di bianco e di rosso, può essere prodotto solo in cinque comuni (Controguerra, Colonnella, Torano Nuovo, Ancarano e Corropoli) nella zona più a nord della provincia di Teramo.

Sempre nel teramano c'è la punta più avanzata dell'enologia regionale ovvero il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG (denominazione di origine controllata e garantita), denominazione che presenta regole più restrittive rispetto alla DOC: il territorio interessato è limitato alle zone più vocate, la resa per ettaro è di soli 95 quintali, si utilizzano quasi esclusivamente uve Montepulciano (con Sangiovese massimo 10%), la maturazione in botti di rovere deve essere di almeno due anni, che diventano tre per la versione "Riserva".

Altra importante DOC è quella del Trebbiano d’Abruzzo, il bianco regionale per eccellenza, contraddistinto da un colore giallo paglierino, e da una piacevole freschezza olfattiva e gustativa su note floreali e di mela matura. Sfumature più accentuate, con toni agrumati e di erbe di campo, regalano invece i bianchi ottenuti da uve Passerina (prevalentemente nel teramano), Cococciola (in provincia di Chieti) e Pecorino (diffuso su tutto il territorio regionale). Altri vitigni minori, sono il Moscato di Castiglione a Casauria e il Montonico di Bisenti e Cermignano.